Italian reports • 7

Buongiorno carissimi readers!!!

Siamo a sabato e questo vuol dire BookCity arrivoooooo! Eh sì, oggi fervono i preparativi per partire alla volta di Milano per andare a qualche incontro, ci sarà qualcuno di voi? Chissà chi incontrerò!

Comunque prima di partire ci tenevo a lasciarvi un nuovo appuntamento con Italian reports, quest'oggi il protagonista di questo post è il nuovo romanzo di Veronica Elisa Conti, Il serpente dorato, vincitore del premio World Literary Prize. Andiamo a scoprirlo insieme...



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Il serpente dorato
di Veronica Elisa Conti

Editore: Pegasus Edition
Independent Publishing Platform
Pagine: 182
Prezzo: 12,87 €
Formato: Cartaceo
Data d'uscita: 1 ottobre 2015
Link d'acquisto: amazon.it

Trama:
Stati Uniti, fine anni Quaranta. Indagando sul caso della scomparsa misteriosa della figlia dei ricchi Beaumont, Darrel Faulkner, apatico investigatore privato, si muoverà in un labirinto di falsi medium, parassiti, dolori e ritualità sconosciute. Scoprirà che la vicenda è strettamente legata ad un fatto analogo avvenuto più di un secolo prima: la sparizione del giovane erede della famiglia Mayer. L’indizio che accomuna gli eventi è il simbolo del serpente che, emerso dai suoi sogni, si concretizza in una sequenza di segni che minano la ragione di Faulkner. Sarà proprio questo percorso di formazione da scettico a credente in ciò che va oltre lo spazio materiale, che gli aprirà gli occhi sulla verità.

Veronica Elisa Conti
È nata il 20-12-1982 a Città di Castello, dove attualmente risiede.
Ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia e la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Perugia. La sua prima opera, “Le Nebbie di Vraibourg”, è risultata vincitrice del Premio Internazionale Luigi Malerba di Narrativa del 2011 con la giuria di Walter Pedullà, paolo Mauri, Margherita Heyer Caputt, Franco Scaglia, Ornella Scarpellini, Guido Barlozzetti, Giovanni Ronchini, con la presidenza onoraria di Anna Malerba. Il libro è stato presentato a Roma, al Teatro Argentina, con la partecipazione della Giuria e dei rappresentanti del Ministero degli affari Esteri DGSP e della Rai. Si sono susseguite presentazioni a Parma, Berceto, città di Castello e alla Manifestazione Editoriale “umbria Libri”. Nel 2012 l’autrice ha discusso “Le Nebbie di Vraibourg” con il giornalista guido Barlozzetti, critico cinematografico e televisivo, nell’evento letterario organizzato a Roma dalla Libreria Fandango.
Il libro ha raggiunto due edizioni stampa presso la MUP Editrice di Parma. Nel 2015 con il suo secondo romanzo "Il serpente dorato" si è aggiudicata il premio internazionale World Literary Prize. La premiazione ha avuto luogo al Theatre de Dix Heures a Parigi e ha visto la partecipazione di numerose autorità presenti delle più prestigiose accademie di Francia, delle associazioni culturali Italiane ed delle testate giornalistiche Focus Inn e La voce degli italiani in Francia. Il libro è uscito ad Ottobre 2015 edito da Pegasus Edition.
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Era un cliché letterario. Un pessimo cliché letterario. Un investigatore privato con l'ambizione di diventare attore. L'ennesimo attore della città degli Angeli. E oltretutto Darrel Faulkner era pure brutto.
Crollò sudato sul divano dell'ufficio, Katy, la sua opulenta segretaria, non alzò neppure gli occhi dalle sue scartoffie. Darrel la adorava: grassa come una venere primordiale e agghindata come un albero di Natale, aveva due cose in comune con il suo principale e con il resto dei mediocri concittadini. Faceva il minimo indispensabile al lavoro e impiegava tutte le sue risorse inseguendo il sogno, la Mecca: la celebrità.
Con la sua memoria di elefantessa si ricordava di tutti i provini, i casing, le audizioni della città dei sogni. Darrel la consultava come la Bibbia degli aspiranti attori, anche se in cuor suo sapeva che Katy non ce l'avrebbe mai fatta.
E lui? Alto come un palo, magro come un chiodo, il naso a banderoula. Chi mai non l'avrebbe voluto in un film?
«Li ho persi» lo disse grattandosi il retro dell'orecchio. Katy alzò gli occhi bovini.
«È la terza volta Darrel. Non sono formiche, sono un vecchio riccone pelato e la sua amante. Avevi tutto: motel, numero di camere, ora e data.»
«Lo so, ero lì» il prurito si esteso al lobo.
«E allora? Eri ubriaco?»
«Non bevo, lo sai.»
«Allora leggevi quei dannati giornali scandalistici. È un pessimo vizio.»
Darrel annuì.
«E cosa diremo alla signora Fane?»
«Che suo marito le è fedele. Sarà contenta.»
Darrel si alzò dal divano.
«Aspetta» fece lei.
«Hanno chiamato quelli del provino di venerdì?»
«No» tirò su un foglio «un certo Webster Ford. Era agitato e ha detto che devi assolutamente tornare a casa. Chi è?»
Darrel sospirò. Il prurito stava crescendo.
Per Darrel Faulkner l'ottanta percento del mondo era costituito da polvere. Persino i sogni. Si può dire che la polvere fosse quasi un'ossessione, un metro di misura della civiltà. Bisognava arrendersi ad esse, come davanti al più forte.
Forse anche per questo Darrel amava andare alle audizioni. Le stanze sovraffollate, le battute ripetute come la litania del rosario, l'ansia straripante e su tutto un immutabile strato di sporcizia che tranquillizzava i nervi e l'orticaria di Darrel.
Perché voleva fare l'attore? Di certo non c'era portato, ma era proprio un bel mestiere sai vantaggi non trascurabili: soldi, macchina, donne. Tutte cose che a Darrel mancavano. Avrebbe voluto leggere di se stesso su una rivista patinata. Sposare un'attrice al quinti matrimonio. Vedere il proprio naso stampato su tutte le locandine. Darrel era un tipo semplice, poco incline per natura a scavare nel profondo.
Forse anche per questo non era capace di investigare, di cercare. Forse pensava che avrebbe trovato solo polvere.
Compose per la terza volta il numero di Webster Ford. Lentamente e con stanchezza. Non ne aveva voglia, ma sapeva che se non lo avesse fatto sarebbe stato colto da un ulcerante senso di colpa dalle svariate somatizzazioni. Webster gli avrebbe proposto il caso del secolo. Ma Darrel non poteva: aveva un provino. Lasciò squillare a lungo il telefono, un'unica nota ripetuta all'infinito come in un'audizione di un musical.
«Pronto?» una voce femminile. Darrel si trovò del tutto impreparato. Deglutì.
«È l'ufficio di Webster Ford?»
Un momento di silenzio.
«Chi lo vuole sapere?»
«Sono Darrel Faulkner, un collega di Webster. Mi ha chiamato un'ora fa dicendo che doveva parlarmi.»
«È impossibile» la voce si fece dolente «Signore Faulkner le devono aver fatto un brutto scherzo. Webster è morto ieri notte, non può averla chiamata. Mi dispiace.»

Ora che vi ho lasciato i dettagli del romanzo e un piccolo estratto, cosa ne dite, vi incuriosisce?
Fatemi sapere nei commenti come sempre
Alla prossima, ciaooooooooo ^_^

4 commenti

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