2ª Tappa • "Eclissi"


Buongiorno wordsbookiani!
Come state? Oggi sul blog ho il piacere di ospitare la nuova tappa del blgotour dedicato a Eclissi di Ronnie Pizzo. Con questa novella si segna il ritorno dell'autore alla pubblicazione attraverso una storia che ricostruisce il mondo piccolo della leva obbligatoria, con le sue regole, le sue miserie e un pizzico di soprannaturale. I personaggi sono ragazzi sospesi nel limbo straniante della caserma, dal quale aspettano solo di essere espulsi nel mondo degli adulti. Sullo sfondo di una Torino livida per il freddo o bruciata dall’arsura estiva, ricordi e minacce si mescolano, amici e nemici cambiano faccia ogni mese, come la luna, e tutto può mutarsi all’improvviso nel suo contrario.
Oggi parleremo nello specifico del soldato, ma prima vi lascio il calendario con le tappe e i dettagli del romanzo...


Il libro
Eclissi
ECLISSI
di Ronnie Pizzo


Editore: Selfpublishing | Formato: eBook | Prezzo: € 2,99
Pagine: 133 | Data d'uscita: 4 novembre 2017

TRAMA: Niente di quello che dicono ti prepara davvero alla naja. Credi che quando toccherà a te spaccherai culi a destra e a manca, ma appena metti la divisa sei solo un verme come gli altri. Ho vent’anni e mi hanno sbattuto alla Marmora di Torino, in mezzo a un mucchio di ragazzi storditi che parlano una lingua tutta loro. Comandano i vecchi, non puoi nemmeno fiatare senza permesso e se a qualcuno gira storta ti toccano cento flessioni. Il cibo fa schifo, gli addetti alla mensa pisciano nel vino e con la pasta mangi anche gli scarafaggi.
Dovrei odiare ogni centimetro di caserma, e invece dopo un mese è diventata casa mia e le poche volte che esco mi manca.
Se solo non ci fossero questi cazzo di rumori. Faldera mi racconta storie strane e adesso di notte mi sembra di sentire fruscii in corridoio e nelle docce, ma se mi azzardo a raccontarlo mi sfottono e basta. E poi quell’incubo…
Forse sto diventando matto, però di una cosa sono sicuro: là, in fondo, c’è davvero una porta.

Il soldato

Mi capita spesso di ripetere quanto la vita sia meravigliosa e quanto poco si riesca a notarlo e comprenderlo, troppo impegnati a farci distrarre dall’ormai massiccia e invasiva presenza social. Sostengo questa tesi a voce alta, soprattutto da quando mi sono buttato a capofitto nelle mie passioni e nel lavoro che faccio, senza più remore, paure o insicurezze.
E allora, in occasione dell’uscita di Eclissi, ecco piombare su di me l’ennesima coincidenza, pronta a ricordarmi con un tempismo perfetto quanto ho appena detto. Quando parlo di coincidenza intendo quell’incastro di situazioni al limite del credibile, il verificarsi di una possibilità che non abbiamo nemmeno preso in considerazione.
Ebbene, sapete cosa è successo?
Semplice. Il luogo dove è ambientata la storia, la Caserma La Marmora di Torino, è stata riaperta al pubblico proprio nei giorni vicino alla mia data di pubblicazione, dal 2 al 5 novembre, grazie all’allestimento fatto da Paratissima, una manifestazione annuale di arte contemporanea.
Morale della favola? Ho avuto l’opportunità di rimettere piede in quell’immenso cortile, nelle sue palazzine piene di ricordi, e rivedere gli ambienti protagonisti del libro: il misterioso fossato, il corridoio delle camerate e l’inquietante porta alla fine…

Il soldato

Ho trascorso gli ultimi dodici mesi concentrato su questa storia, ho scavato nella mia memoria e rivissuto molti passaggi della mia vita militare per renderli di nuovo vivi per il lettore e trasformarli in una trama appassionante. Insomma, è stato come rifare il servizio di leva una seconda volta, nel bene e nel male.
E allora, alla Caserma ci vado per tre giorni di fila e lascio che l’emozione del passato mi travolga. Appena mi affaccio all’ufficio dell’officina mi vengono quasi le lacrime agli occhi. E non vi dico quello che ho provato camminando lungo il corridoio della camerata…
Ho ripercorso i passi che facevo ogni mattina, dalla sveglia al momento dell’alzabandiera, dalla colazione alla cena, passando per le attività della giornata e i momenti di svago allo spaccio. Le palazzine allestite per la mostra e aperte al pubblico mi hanno permesso di rievocare ogni singolo dettaglio. Appena entrato nel fatidico corridoio che ospitava le stanze del dormitorio, non ho potuto fare a meno di appoggiarmi al piccolo termosifone di fianco al quale si trovava la sedia di chi svolgeva la guardia notturna. Il protagonista di Eclissi scopre presto quando può essere lungo un turno di piantone…
Il fossato, uno dei luoghi cardine della storia, è identico a come lo ricordavo. Affacciarsi dall’alto del muretto che lo circonda è stato come tornare indietro di vent’anni: un tuffo al cuore ma soprattutto allo stomaco. Mi sono sentito schiacciato da due emozioni opposte: la dolce nostalgia del mio sguardo da ragazzo, ricco dei sogni che avevo all’epoca, dei pensieri confusi e delle ambizioni ancora inconsapevoli, e dall’altra invece il terrore del protagonista, le sue paure più profonde che prendono vita.
Nel caso non si fosse capito: l’esperienza della leva obbligatoria ti si incolla dentro. Ci si sente marchiati a fuoco, e fieri di esserlo. Nella novella racconto solamente uno spaccato di vita, la visione di un soldato senza nome, la cui psiche è sotto pressione e messa a dura prova da un crescendo di eventi inquietanti. In caserma ne succedevano davvero di tutti i colori e il carattere e la determinazione facevano la differenza. Il saper crescere mantenendo i piedi ben piantati a terra, trovare il modo di non perdersi, di non lasciarsi andare a facili dinamiche, conservare la propria dignità e identità, seppur ancora in erba: ecco il vero insegnamento.

La caserma

Il servizio militare non era altro che un microcosmo nel quale venivi catapultato per imparare ad affrontare, una volta uscito, il mondo degli adulti; era una palestra intensiva e aggressiva. E non esiste errore peggiore che pensare che quei mesi fossero solo degrado e violenza, squallore e insensatezza. No, non lo erano affatto, o comunque non più di quello che ci troviamo di fronte ogni giorno nella realtà “fuori”.
L’amicizia, quella profonda e indimenticabile, la collaborazione, la competizione, la malizia e la volontà. Ecco, questi sono i valori che oggi porto con me, che hanno segnato il mio modo d’essere, che non potrò dimenticare. E sono i valori che scoperto in quei dieci mesi, con i quali mi sono confrontato, contro i quali ho sbattuto il muso e che hanno contribuito a formare la persona che sono oggi.
Ho avuto spesso bisogno di scambi di favore. Ricordo quando mancavano un paio di mesi al congedo e io avevo iniziato a litigare con la mia fidanzata. A un certo punto aveva smesso di rispondermi al telefono e io ero bloccato dentro quelle mura. Avere un amico che rinuncia alla sua licenza per darla a te, e permetterti di tornare a casa, vale moltissimo. Nel mondo reale ci si scambiano favori di continuo, ma non è la stessa cosa. In Caserma coprire il turno di un altro, o falsificare un registro, o aiutare un ragazzo in difficoltà, o difendere un compagno, può significare non uscire più, prendere un sacco di botte, essere puniti gravemente. E allora il valore delle cose ha un altro sapore, più intenso, e ti resta impresso come una cicatrice.
Potrei cercare di spiegarvi per ore la sensazione di malinconia che mi pervade quando torno con la mente ai giorni vissuti in caserma. Potrei provarci sviscerando persino i dettagli più piccoli e offrirvi così un racconto perfetto, impeccabile ed esaustivo. Ma non basterebbe…
Esistono emozioni che non possono essere descritte, così profonde da suscitare una certa forma di possessione, troppo pericolose per essere condivise. Si viene facilmente fraintesi, giudicati e di certo non capiti. Per questo ho scelto di non dare un nome al soldato che racconta la storia di Eclissi in prima persona. Volevo che racchiudesse in sé ogni sfaccettatura dell’esperienza militare, positiva, negativa, possibile o realmente accaduta, circondato invece da nomi propri, ognuno eletto a rappresentante del proprio pregio o difetto.
Sì, ammetto di essermi posto delle ambizioni narrative molto alte, ma non posso farne a meno. Ho scelto di rischiare anche questa volta. Non sono sicuro di esserci riuscito al cento per cento, ma ce l’ho messa tutta.



E per questa tappa è tutto, non perdetevi la prossima su La fenice book.
Ciaoooooo!!

Clarissa

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