Leggiamo assieme "The outsiders"


Buongiorno wordsbookiani!
Come state oggi? Non so se ve ne siete accorti ma da lunedì, nella blogosfera, è cominciato un blogtour dedicato al romanzo The outsiders di S.E. Hinton edito da Rizzoli e oggi sul blog ne ospito una tappa. È un blogtour diverso dal solito perché attraverso questo tour avrete la possibilità di leggere insieme a noi l'inizio di questa storia e di commentarla. Su ogni blog infatti ci sarà un estratto del romanzo e il nostro pensiero sulla lettura e principalmente sul pezzo che vi proponiamo.

Ad accompagnarmi ci sono Elisa (Devilishly Stylish), Rory (Il colore dei libri), Jess (Jess in wonderland) e Federica (L'ultima riga). Essendo la quarta tappa, potrete trovare sui primi blog citati gli estratti precedenti al mio mentre per leggere l'ultimo dovrete aspettare domani e far visita al blog di Fede. Vi lascio comunque il calendario!


Il libro
The outsiders
THE OUTSIDERS
di S. E. Hinton


Editore: Rizzoli | Formato: Cartaceo | Prezzo: € 17,00
Pagine: 224 | Data d'uscita: 31 agosto 2017

TRAMA: Da quando un incidente d'auto si è portato via i genitori, Ponyboy, 14 anni, vive in equilibro instabile con i fratelli maggiori Darrel e Sodapop, con l'ombra dei servizi sociali a rabbuiare i giorni. La vera famiglia di Ponyboy è però più larga, e abbraccia gli altri membri dei Greaser, la banda dei ragazzi dei quartieri poveri in costante guerra con i Soc, i rampolli con la puzza sotto il naso e i portafogli sempre gonfi. Ma una sera Ponyboy e l'amico fragile Johnny conoscono due ragazze Soc, e si scoprono meno diversi di quanto credessero. Nella lunga notte, lo sconfinamento innesca però una spirale di rabbia violenta, mettendo Soc e Greaser di fronte all'unica domanda che non si sono mai posti: è davvero il quartiere in cui siamo nati a determinare chi siamo, e ancor più chi diventeremo, oppure tutti, ricchi o poveri, lottiamo con gli stessi dilemmi, e ammiriamo gli stessi tramonti?

Il romanzo non è una novità editoriale, ma quest'anno di festeggiano i cinquant'anni dall'uscita di questo libro che ha segnato la nascita dei romanzi Young Adult. Con una nuova traduzione, una nuova cover si ripresenta in libreria e sono contentissima che finalmente ho avuto l'occasione di leggerlo. Avevo visto il film un sacco di anni fa, dal regista Francis Ford Coppola, nel 1983 nasce un film cult che credo di aver visto più e più volte. Ora mi sono lanciata anche nella lettura che devo ammettere è sempre un piacere!
Con questo tour ne leggiamo un pezzo insieme a voi, quindi non indugio oltre e vi lascio l'estratto...
...Estratto #4

Mi ricordavo di Johnny, con la faccia tutta tagliata e piena di botte, e mi ricordavo che aveva pian- to quando l’avevamo trovato mezzo svenuto nel campo all’angolo. A casa se la passava male, e ce ne voleva per farlo piangere.
Sudavo tanto, anche se avevo freddo. Mi sentivo i palmi delle mani tutti umidi e le gocce che colavano lungo la schiena. Mi succede così quando ho paura sul serio. Mi sono guardato intorno cercando una bottiglia o un bastone – Steve Randle, il miglior amico di Soda, una volta aveva tenuto a bada quattro tipi con una bottiglia rotta – ma non c’era niente. Così sono rimasto lì come un bozzo su un ciocco mentre mi circondavano. Io non uso la testa. Mi giravano intorno piano, in silenzio, sorridendo.
«Ehi, Greaser» ha detto uno in tono troppo amichevole. «Ti vogliamo fare un favore, Greaser. Ti tagliamo tutti quei capelloni unti.»
Portava una camicia a quadri. La vedo ancora. A quadri sull’azzurro. Uno ha riso, poi mi ha insultato a bassa voce. Non riuscivo a pensare niente da dire. Non c’è molto che si può dire mentre aspetti di farti pestare, così ho tenuto la bocca chiusa.
«Ti serve proprio un bel taglio, eh, Greaser?» Il biondo medio ha tirato fuori un coltello dalla tasca dietro e l’ha aperto.
Finalmente ho trovato qualcosa da dire. «No.» Sono arretrato per allontanarmi dal coltello. Ovviamente sono andato a sbattere contro uno degli altri. Mi hanno messo a terra in un secondo. Mi tenevano braccia e gambe bloccate e uno mi si è seduto sul petto con le ginocchia piantate sui gomiti, e se pensate che non fa male siete pazzi.
Ho sentito l’odore di dopobarba English Leather e di tabacco stantio, e come uno stupido mi sono chiesto se finiva che soffocavo prima che mi facessero qualcosa. Ero così spaventato che ho pensato: Magari. Ho cercato di liberarmi, e per un secondo ce l’ho quasi fatta, poi mi si sono stretti addosso e quello che avevo sul petto mi ha mollato un paio di pugni. Così sono rimasto lì a dirgli parolacce boccheggiando. Mi sono ritrovato con una lama contro la gola.
Mi ricordavo di Johnny, con la faccia tutta tagliata e piena di botte, e mi ricordavo che aveva pian- to quando l’avevamo trovato mezzo svenuto nel campo all’angolo. A casa se la passava male, e ce ne voleva per farlo piangere.
Sudavo tanto, anche se avevo freddo. Mi sentivo i palmi delle mani tutti umidi e le gocce che colavano lungo la schiena. Mi succede così quando ho paura sul serio. Mi sono guardato intorno cercando una bottiglia o un bastone – Steve Randle, il miglior amico di Soda, una volta aveva tenuto a bada quattro tipi con una bottiglia rotta – ma non c’era niente. Così sono rimasto lì come un bozzo su un ciocco mentre mi circondavano. Io non uso la testa. Mi giravano intorno piano, in silenzio, sorridendo.
«Ehi, Greaser» ha detto uno in tono troppo amichevole. «Ti vogliamo fare un favore, Greaser. Ti tagliamo tutti quei capelloni unti.»
Portava una camicia a quadri. La vedo ancora. A quadri sull’azzurro. Uno ha riso, poi mi ha insultato a bassa voce. Non riuscivo a pensare niente da dire. Non c’è molto che si può dire mentre aspetti di farti pestare, così ho tenuto la bocca chiusa.
«Ti serve proprio un bel taglio, eh, Greaser?» Il biondo medio ha tirato fuori un coltello dalla tasca dietro e l’ha aperto.
Finalmente ho trovato qualcosa da dire. «No.» Sono arretrato per allontanarmi dal coltello. Ovviamente sono andato a sbattere contro uno degli altri. Mi hanno messo a terra in un secondo. Mi tenevano braccia e gambe bloccate e uno mi si è seduto sul petto con le ginocchia piantate sui gomiti, e se pensate che non fa male siete pazzi.
Ho sentito l’odore di dopobarba English Leather e di tabacco stantio, e come uno stupido mi sono chiesto se finiva che soffocavo prima che mi facessero qualcosa. Ero così spaventato che ho pensato: Magari. Ho cercato di liberarmi, e per un secondo ce l’ho quasi fatta, poi mi si sono stretti addosso e quello che avevo sul petto mi ha mollato un paio di pugni. Così sono rimasto lì a dirgli parolacce boccheggiando. Mi sono ritrovato con una lama contro la gola.



Come abbiamo visto, la voce narrante è Ponyboy, in questo momento è stato preso di mira dai Soc, la banda rivale. Ed è proprio in questo momento che gli torna in mente la volta che ha visto Johnny dopo che era stato malmenato dai Soc.
È un tipico momento di bullismo portato all'estremo, i ragazzi in questione sono più numerosi, più forti e se la prendono con Ponyboy che è uscito da solo. Mi piace moltissimo come un romanzo di molti anni fa si riveli decisamente attuale anche ai giorni nostri. Purtroppo il tema non è dei più felici ma riesce in pochissime righe a farci comprendere la società del tempo. Una divisione netta tra due parti della città.

L'estratto di oggi, si interrompe proprio sul più bello, e se volete sapere cosa succede a Ponyboy non vi resta che aspettare domani e leggere il seguito su L'ultima riga.
Ma prima di salutarvi, ditemi un po', cosa ne pensate? Lo avete già letto?
Ciaoooooo!!

Clarissa

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