"La locanda dell'ultima solitudine" di Alessandro Barbaglia

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Buon pomeriggio wordsbookiani!

Dopo l'appuntamento di questa mattina, torno a chiacchierare con voi anche adesso. Questa volta per lasciarvi il mio parere su la lettura de La locanda dell'Ultima Solitudine di Alessandro Barbaglia edito da Mondadori. Lo conoscete? È uscito in libreria martedì 17 gennaio e ne ho approfittato subito per scoprirne qualcosa di più.

La locanda dell'ultima solitudine
La locanda dell'ultima solitudine
di Alessandro Barbaglia

Editore: Mondadori
Pagine: 168
Prezzo: 17,00 €
Formato: Cartaceo
Data d'uscita: 17 gennaio 2017
Link d'acquisto: librimondadori.it

Trama:
Libero e Viola si stanno cercando. Ancora non si conoscono, ma questo è solo un dettaglio... Nel 2007 Libero ha prenotato un tavolo alla Locanda dell'Ultima Solitudine, per dieci anni dopo. Ed è certo che, lì e solo lì, in quella locanda tutta di legno arroccata sul mare, la sua vita cambierà. L'importante è saper aspettare, ed essere certi che "se qualcosa nella vita non arriva è perché non l'hai aspettato abbastanza, non perché sia sbagliato aspettarlo". Anche Viola aspetta: la forza di andarsene. Bisogno, il minuscolo paese in cui abita da sola con la madre dopo che il padre è misteriosamente scomparso, le sta stretto, e il desiderio di nuovi orizzonti si fa prepotente. Intanto però il lavoro non le manca, la collina di Bisogno è costellata di fiori scordati e le donne della famiglia di Viola, che portano tutte un nome floreale, si tramandano da generazioni il compito di accordarli, perché un fiore scordato è triste come un ricordo appassito. Libero vive invece in una grande città, in una casa con le pareti dipinte di blu, quasi del tutto vuota. Tranne che per un baule: imponente, bianco. Un baule che sembra un forziere, e che in effetti custodisce un tesoro, la mappa che consente di seguire i propri sogni. Quei sogni che, secondo l'insegnamento della nonna di Viola, vanno seminati d'inverno. Perché se resistono al gelo e al vento, in primavera sbocciano splendidi e forti. Ed è allora che bisogna accordarli, perché i sogni bisogna sempre curarli, senza abbandonarli mai. Libero e Viola cercano ognuno il proprio posto nel mondo, e nel farlo si sfiorano, come due isole lontane che per l'istante di un'onda si trovano dentro lo stesso azzurro. E che sia il mare o il cielo non importa. La Locanda dell'Ultima Solitudine sorge proprio dove il cielo bacia il mare e lo scoglio gioca a dividerli.

• RECENSIONE •

Con La locanda dell'Ultima Solitudine, Alessandro Barbaglia segna il suo esordio nella narrativa. Ammetto che non conoscevo le sue opere di poesia ma quando ho letto la trama di questo romanzo ero davvero molto incuriosita. Ne volevo assolutamente sapere di più, volevo immergermi in questi pagine dallo stile unico che ti cattura all'istante.

Come potete leggere dalla trama, la storia è incentrata sui personaggi di Libero e Viola due anime che sono in attesa, in attesa di trovare il loro posto, la loro dimensione e nel contempo vivono una vita diversa da quella che sentono davvero loro.

La locanda dell'ultima solitudine
A contornare le loro vite ci sono una serie di personaggi secondari davvero particolari e altrettanto interessanti. Ognuno di loro a modo suo servirà per far compiere ad entrambi il loro "destino" e ognuno di loro in modo del tutto unico e particolare è legato indissolubilmente agli altri.

Pagina dopo pagina si seguono le vicende che girano attorno alla Locanda dell'Ultima Solitudine dove si può andare soltanto in due. Una nave mancata che si erge vicino a uno scoglio su Punta Chiappa, vicino a Camogli. Lì a separare il cielo dal mare, lì a ospitare soltanto chi viaggia in due, non in tre e non da solo, ma si può andare lì accompagnati da quel qualcuno che stai per diventare.
Un posto unico, sereno, mi ha dato l'idea di un rifugio nel quale andare per ritrovare e per cambiare.

Mi è davvero piaciuto il modo in cui ha saputo sorprendermi. Non sapevo cosa aspettarmi e di sicuro non mi aspettavo un stile così particolare, dettato dai giochi di parole, e divertente. Ho sottolineato diversi passaggi, ho sorriso da sola sul treno per certe frasi e mi sono ritrovata in altre.

Ho trovato davvero intrigante l'idea che i fiori debbano essere accordati. Che più di una generazione di donne dal nome di un fiore si occupasse di questo da tutta una vita. Un mestiere decisamente singolare che però mi ha fatto sorridere e gradire Bisogno il paese dove abita Viola.

Una lettura veloce, spiritosa, poetica e trascinante. Letta tutta d'un fiato in qualche giorno spinta dallo stile che invoglia a voltare una pagina dopo l'altra e dall'unicità dei personaggi che subito mi hanno colpito. Sono felice di aver letto questo romanzo e ora sono curiosa di scoprire qualche poesia di questo autore.


Il mio giudizio: 4/5

★ ★ ★ ★ ☆

Cosa mi dite, lo leggerete?
Ciaoooooo!!

4 commenti

  1. Bene bene, dopo aver letto la recensione desidero leggerlo ancora di più! Sembra proprio il genere di libro che potrebbe piacermi e la trama stessa incuriosisce moltissimo! :D

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    1. È davvero molto particolare nel suo stile ma mi ha colpito molto anche per questo. Si fa leggere velocemente ed è davvero carinissimo!!

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  2. Mi associo a Beatrice penso proprio che sarà una delle mie prossime letture :-)

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    1. Ne sono felicissima Sonia! Mi ha sorpreso come lettura, non sapevo cosa aspettarmi ma è stata davvero bella!

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